Tra i vari corsi fotografici che con buon profitto Nicola sta seguendo, c'è un corso che, per chi lo conosce, sembra contraddire la sua naturale propensione ad esagerare in termini di attrezzatura e mezzi a disposizione: come ben sa la sua dolce consorte, la povera Daniela, che oramai si è da tempo rassegnata (fino a un certo punto però) a vedere la cantina riempita di materiale fotografico di ogni tipo (luci, fondali, cavalletti e stativi, oltre che costumi, abiti e oggetti di scena), Nicola tende inevitabilmente a cercare sempre di avere a disposizione quanto più materiale possibile, nell'ottica di essere pronto a creare in autonomia, con l'illuminazione, accessori ed elementi di arredo, intriganti e variegate ambientazioni per le sessioni fotografiche.
Sapendo benissimo che in ambito fotografico non è la quantità di materiale impiegato che fa la differenza, ma la capacità di utilizzare in maniera creativa e funzionale ciò che si ha a disposizione, Nicola, per migliorare le sue capacità, da un paio di anni ha investito sulla formazione personale frequentando diversi corsi sull'illuminazione in fotografia tenuti dal fotografo professionista Francesco Francia.
Vista la capacità tecnica del docente, la sua esperienza e l'entusiasmo che profonde a piene mani nei vari corsi che tiene su diverse tematiche fotografiche (guida alla posa, illuminazione per i generi ritratto, beauty, glamour, moda, matrimonio, ecc.), Nicola ha recentemente deciso di frequentare un corso master denominato Only One Light: in esso viene evidenziato come riuscire a ottenere immagini altamente professionali utilizzando al meglio una sola sorgente di illuminazione con la quale integrare o sovrastare l'illuminazione naturalmente già presente sulla scena, impiegandola in uno o più ruoli ovvero come luce principale (key light), oppure di riempimento (fill light), di scontorno (rim light o hair light a seconda dei casi), di sfondo (background light) o di profondità.
Poiché in uno dei compiti assegnati durante il corso c'era da fare un ritratto utilizzando in più ruoli la sorgente luce impiegata, Nicola ha approfittato dello spunto per mettere a frutto quanto appreso nei corsi di illuminotecnica precedentemente frequentati con Francesco Francia e ha realizzato il seguente autoritratto:
In questa immagine ad illuminare questo set, che altrimenti sarebbe completamente al buio, c'è solo un faretto Godox SL60W.
Com'è possibile che allora in scena ci siano una luce principale che, provenendo da destra dell'inquadratura, illumina in maniera morbida Nicola, una luce di schiarita che attenua da sinistra le ombre presenti sul viso, una che sembra essere filtrata delle vetrate colorate ed illumina lo sfondo, un'altra che illumina l'elemento scenico (una finta porta con telo traslucido) collocato dietro a Nicola e una luce di scontorno che, coerentemente con l'illuminazione della finta porta, sembra provenire da dietro e staglia la parte posteriore del collo e la figura dagli altri elementi?
C'è forse qualche trucco fatto in post produzione o filtro di Photoshop?
No, niente di tutto questo: il risultato qui è tutto naturale e dovuto al sapiente utilizzo dell'unica fonte di luce, all'impiego di un cartoncino ritagliato, un filtro colorato della Lee (n 219), un pannello traslucido e due specchi.
Al faretto non è stata messa nessuna parabola in modo che, per avere una buona proiezione del mascherino delle finestre sullo sfondo, la sorgente fosse puntiforme e comunque disperdesse la luce nell'ambiente e andasse ad impattare, oltre al cartone nero con ritagliate le sagome delle finestre davanti alle quali è stato messo il filtro 219 della LEE, anche contro un telo traslucido posto vicino a Nicola (appena fuori all'inquadratura) e diventasse quindi la keylight che, con schema di luce piena, illumina proveniendo da destra il viso di Nicola.
La dispersione ha fatto sì che la luce, rimbalzando nell'ambiente e su un muro bianco bianco vicino al primo specchio, venisse a creare un rapporto di illuminazione non troppo elevato tra la key e la fill light: lo specchio alla sinistra del faretto è stato inclinato e ruotato in modo che il riflesso riverberato illuminasse la finta porta presente sulla scena dietro Nicola, assolvendo quindi il ruolo di luce di profondità, mentre un secondo specchio, posto dietro Nicola, è stato impiegato per illuminare per riflesso la parte posterionre della nuca e del busto.
Per chi volesse maggiori particolari ecco qui sotto una sommaria rappresentazione di come era strutturato il set, con le posizioni del punto di ripresa e di tutti gli altri elementi impiegati.
I dati di scatto della foto inclusa in questo post sono 1/60 di secondo, ISO 800, ottica 50mm F2.8, messa a fuoco manuale e attivazione dello scatto tramite timer della fotocamera.