venerdì 21 luglio 2023

Consapevolezza nell'agire

Quello che fa la differenza in un ritratto fotografico è la capacità del fotografo di esprimere la sua visione di quel momento di quella persona.

Per riuscire in questo, ci deve essere nel fotografo la consapevolezza nell'agire, per sfruttare luce, ambientazione e fotocamera per realizzzare la sua idea.

Un piccolo esempio (sicuramente insignificante a fronte della magnifica produzione dei grandi artisti della fotografia) è presente in queste immagini sottostanti: Nicola, vista la disponibilità di Giulia, considerato il suo abbigliamento estivo, il bel braccialetto e gli occhiali che indossava, ha pensato di ritrarla come donna forte e affascinante allo stesso tempo, sfuttando solo la luce naturale presente nell'ambiente.

 

Ecco quindi la prima immagine con Giulia fatta sdraiata davanti al portico di una casa, in piena luce diretta del sole: per evitare che le ombre sul volto fossero troppo invasive, Nicola ha fatto orientare il viso di Giulia verso il sole, chiedendole nel contempo di rimanere con gli occhi chiusi e labbra morbide e di tenere i capelli dalla parte opposta rispetto alla spalla d'appoggio in modo che il braccio e l'orecchino fossero ben visibili e le ha fatto alzare il ginocchio sinistro sul quale le ha fatto appoggiare la mano.

Nella seconda fotografica Nicola ha voulto sfruttare il contrasto tra l'abito bianco di Giulia e la porta d'ingresso della villa dove si teneva l'evento fotografico: in questo caso Nicola ha chiesto a Giulia di mettersi con i piedi di 3/4 rispetto al punto di ripresa, di piegare il ginocchio sinistro per sovrapporlo al destro e arretrare il bacino (facendo in modo che la cuvatura del corpo di Giulia potessere somigliare  a una specie di S), tenendo tra l'indice e il pollice della mano sinistra la stanghetta degli occhiali e posizionando la mano destra rilassata sul fianco con l'avvertenza di allargare leggermente il gomito in modo che fosse visualizzabile dello spazio tra braccio e fianco.

Nell'ultima immagine Nicola, ha voluto ritrarre Giulia con un piano americano e con una luce morbida, sfruttando quella particolare situazione di luce che, nelle giornate soleggiate, si crea proprio all'inizio di una zona d'ombra, dove la luce indiretta del sole riflessa dal cielo e quella che rimbalza dal basso permettono di avere una combinazione di luce diffusa con basso contrasto: come posa, partendo dai piedi, Nicola ha fatto piegare a Giulia la camba più vicina al punto di ripresa, e le ha fatto tenere il busto in torsione, lo sguardo in camera, la mano destra sul fianco per avere più visibile il bracciale dorato, e tenere con la mano sinistra, tra il pollice e l'indice, la stanghetta degli occhiali sopra la testa facendole alzare il gomito sinistro quasi a dare una continuità alla linea del braccio destro.

Questi e altri piccoli particolari sono quelli che fanno la differenza tra una foto banale e una con un impatto più forte, poiché le immagini fatte non sono capitate per caso, semplicemente attivando l'otturatore della macchina fotografica, ma cercate partendo da una idea che il fotografo ha avuto vedendo il potenziale del materiale (soggetto, abbigliamento, ambientazione, luce, ecc.) disponibile.

Naturalmente rispetto ai grandi fotografi queste immagini sono poca cosa, ma la base è la stessa: avere una idea e capire come realizzarla; Nicola stesso riconosce che di strada, rispetto agli inizi della sua passione per la fotografia, ne ha fatta diversa, ma che di cose da imparare e da tenere in considerazione ce ne sono ancora tante compreso il curare l'interazione con il soggetto, al quale tema verrà dedicato uno dei nostri prossimi post.