mercoledì 29 giugno 2016

La tridimensionalità nella fotografia


    In un media bidimensionale, qual'è quello fotografico, cos'è che permette di far percepire la tridimensionalità degli oggetti?

    La terza dimensione, la profondità, è percepita dallo spettatore dal gioco di luci ed ombre dell'immagine, da come cioè la luce viene riflessa dagli oggetti ripresi e dalle ombre che si formano.

    L'immagine soprastante permette di capire meglio questo concetto: in questa fotografia si vede che il vaso non è illuminato in maniera uniforme, sul lato destro c'è una zona anteriore in ombra perché non è illuminata direttamente dalla luce principale (un flash con un piccolo softbox ) collocata a sinistra dell'oggetto e leggermente più in alto rispetto ad esso e non riceve luce nemmeno dal pannello riflettente (un semplice cartoncino bianco in questo caso posto alla destra del vaso), che ne rischiara parte del lato opposto e che permette di percepire su quel lato la tramatura della superficie  che altrimenti risulterebbe completamente in ombra (la presenza degli elementi illuminanti, luce principale e pannello riflettente, si può notarla anche dai riflessi presenti sulla superfice lucida del collo del vaso).

    Istintivamente, considerato che l'illuminazione non è uniforme su tutto l'oggetto ripreso, si ricava la sensazione che l'oggetto è tridimensionale, ha cioè una profondità oltre alla dimensioni verticale e orizzontale, e, grazie alle piccole ombre e zone di luce che si notano sulla sua superfice, oltre alla dimensione generale si percepisce che non è un oggetto liscio ma ha tutta una serie di piccole rientranze.

    Nel fotografare un elemento (oggetto, persona, paesaggio, ecc.) è importante fare caso a come la luce lo "scolpisce" e come lo rende tridimensionale.

    Se la fotografia soprastante fosse stata fatta con una sorgente di luce principale in asse con il punto di ripresa, ecco che il gioco di luci ed ombre prima rilevato sarebbe stato nettamente inferiore e l'immagine risultante sarebbe risultata estremamente piatta, quasi priva di tridimensionalità.

    In certi ambiti fotografici è da ricordare però che è fondamentale attenuare la sensazione di tridimensionalità proprio per non far risaltare le irregolatià dell'elemento fotografato: è il caso dei ritratti femminili o di beauty, dove la luce (o il soggetto rispetto alla luce) deve essere posizionata in modo tale da appiattire le naturali imperfezioni e pieghe della pelle.